A Ottobre 2021 e a Gennaio 2022 i partner del progetto CLEVER Cities in collaborazione con il Comune di Milano, hanno organizzato due incontri sulla sostenibilità economica dei tetti verdi produttivi. In particolare, nel secondo incontro si è tenuta una discussione tra esperti di gestione di un tetto fruibile con funzione produttiva, al quale hanno partecipato Adje van Oekelen di PAKT, Wouter Bauman di DakAkker e Tiziana Monterisi di Ricehouse.

L’incontro è stato un importante scambio di conoscenze sul tema della gestione sostenibile dei tetti verdi che verranno realizzati sugli edifici di Via Russoli nell’ambito del progetto CLEVER Cities Milano con una funzione anche produttiva (a progetto sono previsti degli orti da coltivare e alberi da frutto).

Questo articolo riporta sinteticamente alcuni importanti consigli forniti dagli esperti durante l’incontro, nonché le quattro fasi fondamentali da intraprendere durante lo sviluppo di un tetto verde fruibile.

1. PIANIFICARE

Il percorso di trasformazione parte dall’analisi delle caratteristiche strutturali e architettoniche del tetto. Conoscere il tetto e le sue caratteristiche come la superficie, le vie di accesso al tetto e la sua struttura è fondamentale per capire lo spazio a disposizione e soprattutto se è possibile sviluppare una copertura verde fruibile. A tal proposito è possibile già affidarsi ad un esperto o ad un consulente per iniziare le prime indagini. In secondo luogo, potrà essere molto utile iniziare a costruire un Business Plan che sintetizzi i contenuti e le caratteristiche di tutto il progetto dalle prime fasi di sviluppo fino alle fasi più operative e creative di gestione del tetto.

Creare un Business Plan

Ogni realtà su cui verrà realizzato il tetto verde è unica e diversa dalle altre; sono tantissime le variabili che possono intervenire per modificare il processo di realizzazione e/o gestione e che possono costringerci a cambiare in corso d’opera tutte le attività e gli step che erano stati definiti. È quindi importante considerare il Business Plan uno strumento flessibile che si modella nel tempo in base alle esigenze, ai nuovi obiettivi e opportunità e alle disponibilità economiche.

In esso dovranno essere contenute tutte le fasi di progettazione e sviluppo tra cui: le informazioni relative allo studio di fattibilità tecnica dello spazio a disposizione (il mio tetto è idoneo alla realizzazione di una copertura verde?); l’elenco degli esperti a cui potermi rivolgere e delle risorse umane da coinvolgere durante le varie fasi; gli obiettivi da raggiungere per definire il vero utilizzo del tetto (SWOT Analisi); le regole da rispettare, in accordo con gli obiettivi del progetto, sull’accessibilità al tetto (chi può accedere, in che fascia oraria, con quale modalità); un elenco degli strumenti di finanziamento a disposizione e a cui poter accedere; infine, si potrà definire un piano di comunicazione, per poter spiegare ai fruitori del tetto o agli sponsor, gli obiettivi e poter ingaggiare al momento giusto le risorse necessarie.

2. COSTRUIRE

Grazie alle informazioni sistematizzate nel Business Plan, è possibile poi procedere con lo sviluppo dell’idea progettuale di un tetto fruibile. Di seguito vengono sintetizzati alcuni spunti emersi durante l’incontro derivanti dall’esperienza concreta e personale degli esperti.

Il proprietario e la divisione delle responsabilità

Il principale attore di questo processo è il proprietario. Il proprietario del tetto è il primo vero investitore nella realizzazione di un progetto come questo e che quindi per primo si attiva per trovare le risorse economiche e umane per poter avviare i lavori. Esso potrà affidarsi a dei consulenti che lo aiuteranno nelle prime fasi di sviluppo, ad individuare e coordinare i progettisti esperti e i fornitori (posa del pacchetto verde), ad accompagnare i soggetti interessati alla realizzazione in un percorso partecipativo di co-progettazione e ad una corretta gestione delle attività da svolgere sul tetto (personal gardening). Costruire un tetto produttivo ha un costo notevole. Molto spesso, oltre all’investimento da parte del proprietario o in assenza di tale investimento, sono necessari diversi strumenti finanziari, come ad esempio incentivi comunali e/o statali, bandi e progetti europei e nazionali, e sponsor vari. Nel caso di via Russoli, il progetto è riuscito a utilizzare diverse fonti di finanziamento: l’incentivo di governo superbonus 110%; il contributo del 35% del bando BE2 del comune di Milano per interventi di riqualificazione energetica – tetti verdi; e il supporto progettuale fornito e finanziato dal progetto CLEVER Cities.

3. GESTIRE

Piano delle regole e dei ruoli

Una delle regole che andranno stabilite è l’accessibilità, cioè definire a chi dare accesso al tetto (solo ai condomini, solo ai proprietari, agli amici, ai volontari) e in quali modalità (in certe fasce orarie stabilite, solo in occasione di eventi, ecc). Il controllo degli accessi può essere affidato ad un supervisore.

Come in tutti i contratti ed ogni volta che vengono stabilite delle regole è importante identificare dei soggetti responsabili, non sempre tutto deve ricadere sul proprietario.

Il gruppo di lavoro

La creazione di un gruppo di lavoro è fondamentale. Deve essere costituito da una persona di riferimento che sia presente e abbia tempo di dedicarsi alla coordinazione e gestione delle attività e da un gruppo di persone motivato e propositivo. A tal proposito gli esperti hanno suggerito di lasciare molto spazio alle idee e alle iniziative di ognuno, spesso la motivazione a partecipare alle attività derivava dalla possibilità di trarne un vantaggio, come sentirsi parte di un progetto da loro proposto, poter portare a casa i prodotti dell’orto raccolti da loro stessi e in generale sentirsi meglio, soprattutto soddisfatti e felici, dopo aver partecipato agli eventi sociali organizzati dal gruppo di lavoro. 

Durante l’incontro online, è stata suggerita una figura importante all’interno del gruppo di lavoro: l’attivatore, ovvero una persona che prenda in gestione la realizzazione delle attività pianificate, che si occupi di promuovere e diffondere l’iniziativa e contattare i soggetti interessati. Questa figura può essere individuata all’interno dei condomini per coordinare le attività o può essere una persona esterna all’edificio facente parte del gruppo di lavoro.

Il progetto può prevedere la gestione delle attività da parte di gruppi di volontari (es. pulizia degli spazi, cura del verde, gestione dell’orto) oppure generare un percorso di inserimento lavorativo di persone inoccupate.

Piano delle attività

Il gruppo di lavoro sotto la guida di un responsabile definisce un calendario delle attività. Quali attività si devono svolgere per mantenere il tetto in buono stato (cura dell’orto e raccolta dei prodotti, gestione del verde presente, ecc) e quali eventi si vogliono accogliere sul tetto (gruppi lettura, attività didattiche con scuole, aperitivi, raccolta e cura del verde con cooperative sociali, cene solidali). Per esempio, sul tetto di DakAkker ogni volontario può registrarsi al tipo di attività che preferisce durante il suo tempo libero in modo da garantire la sua presenza.

4. OTTENERE

Generare profitto

Considerando che i costi della realizzazione del tetto (tranne il verde) sono stati coperti, si deve pensare a come coprire l’investimento dell’allestimento del tetto. Non solo il verde (semi, piante, ecc.) ma anche gli attrezzi da giardino, un eventuale gazebo, ecc. Per delle realtà non-profit può essere difficile riuscire a sostenere queste spese. Ma ci sono tante modalità anche creative per risolvere la questione. Si può per esempio cercare uno sponsor che in cambio riceve visibilità o abbia il diritto di accedere ad un certo numero di eventi privati sul tetto, crowdfunding nel quartiere, raccolta fondi, stabilire accordi con organizzazioni non profit, o affittare il tetto a società per organizzare eventi aziendali.

Benefici sociali delle attività sul tetto

Tutti i nostri progetti, durante l’incontro, hanno confermato che coltivare sul tetto permette di acquisire nuove competenze come il giardinaggio, di creare e rafforzare le relazioni, di migliorare la salute mentale riducendo lo stress e rilassando la mente e il corpo, di creare reti e opportunità e di sentirsi realizzati. Quindi, è molto importante non dare per scontati questi benefici indiretti, ma al contrario, monitorarli per pianificare al meglio lo sviluppo delle attività e cogliere le opportunità che derivano da questi benefici sociali. Con il monitoraggio sociale, CLEVER Cities Milano sta cercando di misurare l’impatto del verde urbano attraverso le percezioni dei cittadini. Dal monitoraggio pre-greening, precedente alla realizzazione delle soluzioni basate sulla natura di CLEVER Cities Milano, si è visto che le percezioni dei cittadini verso gli spazi verdi urbani erano effettivamente quelle di luoghi utili sia alla qualità ambientale della città che al benessere, alla socialità e alla salute dei cittadini.

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