Scegliendo le piante giuste per i nostri balconi, terrazzi e giardini possiamo favorire la presenza di uccelli e impollinatori in città, contribuendo a far crescere la biodiversità urbana. In generale, per l’avifauna, la scelta dovrebbe ricadere su piante che possono offrire una fonte naturale di cibo, possibilmente durante tutto l’arco dell’anno. In particolare, le piante arbustive che producono bacche sono graditissime agli uccelli ed utilissime per favorirne la sopravvivenza in città, durante i periodi più rigidi. La fioritura delle piante spontanee inoltre può essere una preziosa fonte di cibo per quegli uccelli che invece si nutrono prevalentemente di insetti e sono importantissime anche per tutti gli impollinatori, attratti appunto dai fiori da cui traggono il nettare.

Per quanto riguarda le farfalle, gli adulti si nutrono del nettare di qualsiasi pianta disponibile, per questo in generale le piante nettarifere funzionano molto bene per attrarre questi impollinatori. Tuttavia, i bruchi, cioè la forma larvale delle farfalle, si nutrono tipicamente solo di alcune specie in particolare, che variano a seconda di ciascuna specie di farfalla. Conoscere ed utilizzare le piante nutrici dei bruchi è quindi fondamentale per creare aree in cui le farfalle possano diventare davvero stanziali, deponendo le uova e compiendo tutto il ciclo di vita. 

Ecco, in sintesi, qualche consiglio per allestire i nostri angoli di verde e una lista di piante particolarmente adatte a fornire cibo e riparo per uccelli e impollinatori. 

  1. Privilegia le piante autoctone, cioè le piante spontanee, tipiche del luogo in cui ti trovi. Sono adattate alle condizioni climatiche locali e sono quelle più gradite ad uccelli e impollinatori. Molte specie alloctone, infatti, pur essendo gradite agli impollinatori per la produzione di nettare, non possono essere utilizzate dalle farfalle autoctone per deporre le uova e riprodursi.
  • Evita sempre le piante invasive, quelle che entrando in competizione con le piante autoctone possono ostacolarne la sopravvivenza, banalizzando gli ambienti verdi della nostra città. Per essere sicuro della tua scelta, puoi consultare la Lista nera delle specie vegetali invasive di Regione Lombardia.
  • Scegli piante diverse tra loro, per attrarre varie specie, puntando anche su colori e periodi di fioritura diversi… così garantirai una fonte di cibo in diversi mesi dell’anno e anche a livello estetico, sarà un successo!
  • Se hai spazio, ad esempio in un giardino o in un cortile, crea diverse fasce di vegetazione, con una disposizione differenziata per altezza, lasciando le specie vegetali più basse davanti. In un giardino, ad esempio, puoi lasciare una parte antistante a prato fiorito, per poi inserire alcuni arbusti e infine qualche albero. Se hai meno spazio, puoi far fiorire sul tuo balcone un mix fatto ad esempio di piante aromatiche, come il timo e la salvia, alcuni fiori come delle bellissime viole e un rampicante come il caprifoglio sulla parete… l’effetto sarà comunque garantito!
  • Evita le potature, durante la primavera-estate e soprattutto trattamenti antiparassitari e concimi chimici. Se hai un bel prato fiorito in giardino, porta sempre le piante a fioritura completa, senza sfalcio.
  • Infine, ricorda che un ammasso di rami secchi, un cumulo di foglie morte, qualche cespuglio o siepe fitta, così come muretti a secco e sassi isolati, possono offrire rifugio a molte specie, rendendo il nostro giardino un’area di sosta al sicuro da predatori.

Ora non ti resta che guardare il nostro cartoon per metterti all’opera con noi!

Acero campestre (Acer campestre)

Questo albero raggiunge un massimo di 20 metri di altezza e ha un tronco contorto e ramificato, con corteccia marrone chiaro. La pianta è presente in tutta Europa, soprattutto nell’area mediterranea e un tempo era considerata un amuleto contro la sfortuna. Le foglie sono di un verde più scuro nella parte superiore e più pallido in quella inferiore, mentre durante l’autunno assumono toni arancioni o rossi. I piccoli fiori verdastri dell’acero campestre compaiono tra aprile e maggio, sono riuniti in infiorescenze e attirano molte api e altri impollinatori. I frutti sono degli acheni denominati disamare e sono dotati di due ali per sfruttare al meglio il vento.

Pado (Prunus pado)

Il Pado viene spesso utilizzato per abbellire parchi e giardini, per via della sua fioritura appariscente. Tra aprile e maggio si ricopre infatti di piccoli fiori bianchi raccolti in grappoli cascanti e diffonde un profumo simile a quello delle mandorle. La corteccia presenta al contrario un odore piuttosto sgradevole, tanto che in Francia questa pianta viene chiamata Bois-puant (“legno puzzolente”). I suoi frutti scuri sono estremamente amari e per questo vengono apprezzati solo dagli uccelli. Il Pado è resistente e vive bene anche in climi freddi. Può raggiungere i 15 metri di altezza.

Ciliegio (Prunus avium)

Il ciliegio è un albero in grado di raggiungere i 32 metri di altezza. Si tratta della specie da cui hanno origine le varietà di ciliegio comunemente coltivate. Le foglie presentano due o tre nettari di colore rosso, piccole ghiandole nettarifere situate alla base delle foglie. I fiori sono bianchi e molto frequentati dalle api. I frutti rossi del ciliegio maturano verso giugno e nutrono non solo noi umani, ma anche una grande varietà di uccelli e piccoli mammiferi. Spesso coltivato nei parchi a scopo ornamentale, il ciliegio vive più di 100 anni e preferisce luoghi luminosi, ma sopporta molto bene il freddo.

Sorbo (Sorbus domestica)

Il sorbo raggiunge fino ai 18 metri di altezza ed è un albero caducifoglie. Anche se oggi le sorbe vengono consumate piuttosto raramente, il sorbo è uno degli alberi da frutto più antichi e in Europa viene coltivato sin dall’antichità. Le sorbe sono aspre appena raccolte, ma se vengono fatte maturare in un luogo buio diventano dolci e gustose. Si tratta di una pianta resistente al freddo e ai parassiti, che fiorisce alla fine della primavera. Spesso popola i querceti. Merli e altre specie di uccelli si cibano dei suoi frutti, mentre gli impollinatori visitano spesso i fiori, bianchi e racchiusi in grandi infiorescenze. Il sorbo cresce lentamente e può vivere più di 200 anni.

Nespolo selvatico (Mespilus germanica)

Il nespolo selvatico europeo è stato gradualmente sostituito a livello commerciale dal nespolo giapponese, ma i suoi frutti sono ben riconoscibili: hanno una colorazione arancio-marrone meno accesa, vengono raccolti in autunno e presentano una grossa apertura sul fondo. Diverse varietà di nespolo sono diffuse in tutta Europa e si tratta in genere di piante molto adattabili e resistenti, che sopportano senza problemi temperature sotto i -15 °C e crescono anche oltre i 1000 metri. I fiori sono bianchi, vistosi e isolati e compaiono tra maggio e giugno. Il nespolo preferisce posizioni semiombrose e solitamente non supera i 5 metri di altezza.

Pero corvino (Amelanchier ovalis)

Il pero corvino è un arbusto cespuglioso, che può raggiungere al massimo i 3 metri di altezza. Le foglie sono ovali, i fiori compaiono nel mese di aprile e hanno una forma particolare, con 5 petali bianchi molto allungati e stretti, distanziati tra loro e vellutati. Sono apprezzati dalle api e da altri impollinatori. I frutti, inizialmente rossastri, maturano diventando di un nero intenso, tendente al viola. Sono commestibili e hanno un sapore simile a quello della pera. Il pero corvino non è molto diffuso ma cresce fino ai 2000 metri di quota e sopporta molto bene anche terreni rocciosi. 

Crespino (Berberis vulgaris)

Il crespino è un arbusto alto da 1 a 3 metri, dai rami spinosi. Ha foglie lucide dal margine dentellato e piccoli fiori gialli, riuniti a mazzetti. I ramoscelli sono giallo-marrone, con lunghe striature. Le bacche rosse sono commestibili, apprezzate da molti uccelli e utilizzate per preparare sciroppi e marmellate. Questa pianta viene talvolta sfruttata per creare siepi fitte e impenetrabili al confine delle proprietà Cresce allo stato spontaneo ai margini dei boschi, nei campi incolti e nei pascoli, fino ai 2500 metri. Il crespino è conosciuto da molto tempo come pianta officinale.

Pallon di maggio (Viburnum opulus)

Questo arbusto tondeggiante alto fino a 4 metri presenta grosse infiorescenze bianche, profumate e sferiche, simili a palle di neve. La fioritura inizia verso maggio. I piccoli frutti raccolti a grappoli sono rossi e lucenti, rimangono sui rami fino all’inverno e nutrono una grande varietà di uccelli. Velenosi per gli esseri umani, un tempo erano utilizzati anche per produrre inchiostro. La pianta, resistente al freddo e adattabile, è coltivata spesso a scopo ornamentale in parchi cittadini e giardini. In Italia il Pallon di Maggio è diffuso fino ai 1100 metri.

Corniolo (Cornus mas)

Il corniolo raggiunge i 5-6 metri di altezza e può vivere anche diversi secoli. I rami sono di colore rosso bruno mentre i fiori sono gialli e raccolti in gruppo. Il frutto del corniolo è carnoso e commestibile, rosso corallo o giallo. Matura in agosto e ha un sapore acidulo. In passato il legno di questa pianta era molto utilizzato a causa della sua estrema resistenza, ad esempio per produrre pipe. Il corniolo solitamente si trova nelle radure dei boschi, dove cresce in piccoli gruppi, fino a 1500 metri.

Edera (Hedera helix)

Questa pianta sempreverde molto diffusa e conosciuta ha un ruolo particolare nella cultura europea, essendo associata a diverse figure mitologiche, come ad esempio Dioniso. Ricopre facilmente tronchi e muri, ma può procedere anche con andamento strisciante. I fiori sono piccoli e verdi, compaiono tra settembre e ottobre e sono frequentati da api e in generale impollinatori, anche perché l’edera è l’ultima pianta a fornire buone quantità di nettare e polline nella stagione fredda. La prima fioritura avviene dopo i 10 anni d’età. I frutti – neri e raccolti in formazioni sferiche – sono indigesti per l’uomo ma amati dagli uccelli. L’edera resiste al freddo e riesce a raggiungere altezze notevoli, anche oltre i 25 metri.

Caprifoglio (Lonicera caprifolium)

Il caprifoglio è presente con molte sottospecie in Europa, Asia e America. Il fusto del caprifoglio è rampicante e tende ad avvolgere altri alberi o arbusti, raggiungendo i 5-7 metri di lunghezza. Le foglie sono semplici, di un verde brillante. Questa pianta presenta infiorescenze composte da sei fiori bianchi, con toni variabili tra il rosso, il rosa e il bianco. I fiori sono particolarmente profumati e attirano api, bombi, falene e altri impollinatori, mentre le bacche rosso vivo, viola o arancio si presentano riunite in grappoli e sono velenose per l’uomo. Il caprifoglio è una pianta resistente e longeva, che cade in stato vegetativo e si rinnova periodicamente.

Biancospino (Crataegus oxyacantha\ Crataegus monogyna)

Questo arbusto alto tra i 50 centimetri e i 6 metri presenta fiori bianco-rosati raccolti in infiorescenze, che attraggono molti insetti impollinatori. I rami più giovani sono ricoperti di spine, mentre la corteccia è grigiastra. Il biancospino cresce lentamente e può diventare pluricentenario. I frutti sono ovali e maturano tra settembre e ottobre, assumendo un colore rosso brillante e rimanendo sui rami fino ad inverno inoltrato. Molte specie di uccelli apprezzano i frutti del biancospino, mentre noi li utilizziamo  principalmente per marmellate e sciroppi.

Rosa canina (Rosa canina)

La rosa canina è la specie di rosa spontanea più comune nel nostro Paese. Questo arbusto alto fino a 3 metri presenta rami pendenti con spine rosse e robuste. I fiori sono solitamente di un bel rosa pallido e compaiono tra maggio e luglio, mentre la maturazione delle bacche avviene in ottobre o novembre. Le bacche della rosa canina sono rosse e nutrono varie specie di uccelli, tra cui merli, storni e tordi. In natura la rosa canina si trova fino a 2000 metri, soprattutto in boschi e arbusteti. Resistente sia alle alte sia alle basse temperature, talvolta viene coltivata per creare siepi difensive.

Melo selvatico (Malus sylvestris)

lI melo selvatico solitamente cresce come arbusto o piccolo albero, ma se si trova in buone condizioni ambientali può superare i 10 metri di altezza. Il fusto è piuttosto tortuoso e corto, mentre i rami sono spesso ricoperti di piccole spine. I fiori sono bianco-rosati e molto profumati, mentre il frutto è simile a quello che tutti conosciamo e consumiamo (Malus domestica), ma più piccolo, duro e dal sapore asprigno. Il frutto matura tra luglio e ottobre e viene utilizzato per liquori e marmellate. Oltre ad attrarre gli impollinatori, il melo selvatico ospita i bruchi di diverse specie di sfingi e falene.

Pero Selvatico (Pyrus pyraster)

Il pero selvatico (insieme a Pyrus caucasica) è il progenitore dei peri comunemente coltivati in Europa. La pianta può restare allo stadio di arbusto per tutta la vita, ma in condizioni ottimali si trasforma in un albero, raggiungendo anche i 20 metri. I fiori sono bianchi e appaiono in primavera, mentre i frutti, simili a quelli del pero comune ma più piccoli, sono giallo-verdastri con sfumature rosse. Maturano in tarda estate. I frutti nutrono ricci, ghiri, faine e tassi. Il pero selvatico può vivere più di 150 anni. 

Nocciolo (Corylus avellana)

Il nocciolo può raggiungere gli 8 metri di altezza ed è famoso per i suoi frutti nutrienti, le nocciole, apprezzatissime sia dall’uomo sia dagli animali. Cresce piuttosto velocemente e il suo ambiente ideale è il bosco di latifoglie, dove spesso si trova insieme a querci e castagni. Le foglie sono tondeggianti, con un margine dentato. I fiori assomigliano a piccole gemme di un rosa intenso o magenta; compaiono molto presto, quando le temperature sono ancora rigide, permettendo così agli impollinatori di fare rifornimento in attesa della primavera.

Betulla bianca (Betula pendula)

Quest’albero dalla tipica corteccia bianca con macchie scure e dall’aspetto aggraziato può raggiungere i 25-30 metri di altezza. Presenta foglie piccole e appuntite, di un verde vivace, che in autunno assumono un bel colore dorato. In Italia è facile incontrarla soprattutto nelle regioni del nord e in alcune zone dell’Appennino. Talvolta forma piccoli boschetti E può produrre anche più tronchi dallo stesso ceppo. È una pianta adattabile a livello di temperature e tipo di terreno, ma preferisce i luoghi soleggiati e freschi. La betulla fiorisce tra aprile e maggio, con fiori giallastri dalla formazione a grappolo.

Farnia (Quercus robur)

La farnia è il tipo di quercia più diffusa in Europa. È un albero di notevoli di notevoli dimensioni, che raggiunge un’altezza compresa tra i 20 e i 40 metri, arrivando talvolta ai 50. Ha una crescita lenta e un portamento maestoso e sono noti esemplari con più di 1000 anni. Questi alberi forniscono riparo e cibo a molte specie di insetti e piccoli animali. Uccelli come la ghiandaia e mammiferi come lo scoiattolo si nutrono delle ghiande, mentre tra le radici si nascondono toporagni e ricci. L’aspetto di questa pianta l’ha resa un simbolo di regalità e forza in molte tradizioni e leggende.

Castagno (Castanea sativa)

Il castagno è stato un albero particolarmente importante nella storia europea, coltivato da secoli per i suoi frutti e per il legname. Presenta una chioma tondeggiante e un’altezza variabile, fino ai 30 metri. Alcuni esemplari raggiungono età impressionanti: il più vecchio d’Italia pare abbia tra i 3000 e i 4000 anni! I castagni più longevi hanno un aspetto maestoso, con tronchi molto ampi. Questa pianta presenta sia fiori femminili sia fiori maschili, raggruppati in infiorescenze giallastre. Le api frequentano spesso i fiori e in molte zone d’Italia si produce il miele di castagno, dal retrogusto amarognolo.

Scopri di più sugli uccelli che puoi osservare a Milano 

Scopri di più sulle farfalle che puoi osservare a Milano

Link utili: 

http://eliante.it/impollina-mi/index.html

http://www.lipu.it/birdgarden